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19.8.11

Due Notti e tre giorni tra i laghi del ghiacciaio Rutor

Sfogliando un libro sui laghi della Valle d'Aosta alla ricerca di una meta in cui passare 2 o 3 notti in tenda, trovo un lago alpino con sponde di...ghiaccio! Il lago è a 2600 metri circa ed è formato dall'acqua di fusione del ghiacciaio del Rutor. Dall'enorme ghiacciaio del Rutor (clic sul nome per la pagina di Wikipedia)

Cerco subito altre informazioni su come ragiungere la zona e se ci sono rifugi da utilizzare come base d'appoggio per i rifornimenti e con grande gioia scopro che non solo c'è un rifugio nelle vicinanze, ma che il lago è solo uno dei tanti presenti nella zona!
Chiamo subito l'amico Francesco ed è d'accordo con me, si parte alla volta del ghiacciaio del Rutor con tende e tutto l'occorrente per avere massima libertà nel fotografare e per sentire al meglio quel contatto con la natura che si ha solo dormendo in tenda.


Il giorno di Ferragosto partiamo da Reggio Emilia alla volta dell'abitato di La Joux, una frazione di La Thuille, dove comincia il sentiero che ci avrebbe portato ai 2494 metri del rifugio Deffeyes (clic sul nome per il sito web del rifugio).

Dopo 4 ore su autostrade deserte siamo a La Joux e qui abbiamo il primo fuori programma. L'ultimo chilometro e mezzo è chiuso alla circolazione delle auto. Fortunatamente arriviamo giusto in tempo per la navetta di mezzogiorno che porta esattamente all'inizio del sentiero.
Si parte. E' mezzogiorno di Ferragosto...cosa c'è di meglio se non digerire le piadine al prosciutto e fontina mangiate in auto affrontando 900 metri di dislivello con 26-27kg sulle spalle? Proprio un bel Ferragosto di relax..


Il sentiero non presenta nessuna difficoltà tecnica. C'è solo tanta, tanta salita concentrata in pochi chilometri. L'unico punto dove poter riposare è al lac du Glacier.


Quasi tutti gli escursionisti si fermano al lago per prepararsi psicologicamente agli ultimi 350 metri di dislivello che portano al rifugio. In quest'ultimo tratto è meglio "spegnere il cervello" e pensare solo a mettere un piede davanti all'altro e non guardare mai verso l'alto. Io l'ho fatto un paio di volte e me ne sono pentito.
Osservi gli altri escursionisti in cammino sopra di te, lungo lo stesso sentiero e ti chiedi: "..c'è ancora tutta quella salita??". La risposta è scontata, torni ad abbassare lo sguardo e continui a camminare.
Percorro gli ultimi metri della salita in estasi mistica, mancava solo l'apparizione dell'arcangelo Gabriele come nei migliori film di Fantozzi, e finalmente davanti a me si apre lo splendido scenario del ghiacciaio del Rutor e delle sue cime.




Dalla parte opposta si poteva apprezzare il sentiero e il notevole dislivello percorso dal lac du Glacier fino al rifugio..



Dopo una breve pausa per riposare le spalle indolenzite dal notevole carico, ci rimettiamo in marcia scendendo verso il rifugio Deffeyes.

Cinque minuti e siamo al rifugio. Entro per acquistare una carta dei sentieri e rimango estasiato dalla vista di un'enorme torta ai mirtilli. Ordino subito una fetta come meritato, dolce premio per la faticosa salita. L'amico Francesco mi seguirà a ruota ^_^


Dopo aver fatto fuori un etto di torta ai mirtilli in 4 cucchiaiate, chiediamo informazioni al gentilissimo e simpatico gestore del rifugio. Scopriamo che per dormire in tenda in Valle d'Aosta non ci sono problemi solo se si campeggia oltre i 2500 metri e ad almeno 500 metri da un rifugio. La nostra meta rispetta queste condizioni. Facciamo rifornimento di acqua e di cibo e partiamo verso il ghiacciaio del Rutor.
Nel salire verso il ghiacciaio il cielo alle nostre spalle ha cominciato ad aprirsi, permettendo alle tantissime vette della Valle d'Aosta di mostrarsi in tutta la loro bellezza.



Mancava però solo una vetta all'appello. La più alta e quando finalmente anche gli ultimi ammassi nuvolosi si sono diradati, lo spettacolo è stato davvero mozzafiato. Il monte Bianco si è mostrato a noi in tutta la sua maestosità....Uno spettacolo unico! Tutte le altre vette si sono come ridimensionate.



La vista delle vette incastonate nel ghiacciaio, l'acqua impetuosa del torrente Rutor, i depositi morenici. Tutto contribuiva a dare un aspetto primordiale alla zona e camminare li in prossimità del tramonto ripagava di tutta la fatica. Un'ambiente molto selvaggio e aspro, ma allo stesso tempo accogliente..

Dopo gli ultimi sforzi arriviamo ad uno dei laghi marginali del ghiacciaio. Allestiamo il campo per la notte e ci prepariamo a scattare qualche foto. L'attrazione principale della zona sono senz'altro le due grotte formatesi durante la fusione estiva del ghiacciaio

L'oscurità all'interno di queste grotte è paurosa e sentire i "ruggiti" provenire dal profondo del ghiacciaio non lascia di certo indifferenti!
Ci trovavamo davanti alla grotta quando un rumore cupo e profondo ci ha messo in allerta. All'inizio era un rumore non ben definito e abbiamo pensato ad un elicottero, poi abbiamo capito che il fragore proveniva proprio dal ghiacciaio. Ascoltare la voce del ghiacciaio è una di quelle esperienze che bisognerebbe provare almeno una volta nella vita... emozionante a dir poco!

In noi si era materializzata l'idea che da quella bocca stesse per fuoriuscire un'ondata d'acqua e la fuga è stata istantanea da parte di entrambi! ^_^


Dopo esserci messi in salvo da un pericolo frutto solo della nostra fantasia (o dal troppo Sole?), concordiamo che forse è meglio non restare troppo vicini alla bocca del ghiacciaio e ci spostiamo in una zona più lontana dalle grinfie del ghiacciaio per immortalare gli ultimi raggi di luce sulle nuvole che avvolgevano la bellissima vetta del Grand Assaly.




La stanchezza comincia a farsi sentire: guidare per 4 ore, camminare per altre 4, affrontare 900-1000 metri di dislivello con pesi enormi sulle spalle ci ha portato ad andare a nanna piuttosto presto. Il tempo di immortalare il nostro campo sotto al ghiacciaio e poi di corsa nel sacco a pelo..




Dopo una notte passata su un comodo letto di pietre moreniche ci prepariamo a scattare qualche foto dell'alba. Purtroppo, come da previsione, il cielo è sgombro da nubi e l'alba è insipida e senza colori. Tentiamo comunque qualche scatto lungo le sponde del torrente Rutor cercando di valorizzare al meglio il Grand Assaly. Un 3000 metri molto affascinante per la sua forma simile ad un dente..



Credo che svegliarsi all'alba circondati da una natura anch'essa al risveglio, sia sempre un'esperienza memorabile, sopratutto quando ci si ritrova di fronte alla propria tenda a prepararsi un pasto caldo e in buona compagnia...sono momenti che ogni volta cerco di godere appieno e solo scegliendo la tenda come opzione si riescano a vivere.


Verso le 11 scendiamo al rifugio Deffeyes per pranzare e pensando di non dover camminare molto nel pomeriggio, ordiniamo primi e secondi piatti piuttosto pesantucci. Solo dopo aver divorato i deliziosi piatti però scopriamo che la meta concordata per la notte, i laghi di Bella Comba, distano dal rifugio due ore su terreno molto faticoso!
Digerire le tagliatelle al ragù e la polenta ai funghi del pranzo camminando su pietraie esposte al Sole di agosto, con zaini "leggeri" come i nostri non era decisamente nei nostri piani, ma non ci facciamo scoraggiare e partiamo subito!


Dopo due ore di cammino su depositi morenici, finalmente giungiamo in prossimità dei due laghi di Bella Comba.

Purtroppo entrambi i laghi sono infossati tra le vette e rimangono quindi in ombra per buona parte della giornata se non durante le ore centrali, dove però la luce non è di certo il massimo per scattare. Optiamo quindi per una breve scalata su un promontorio vicino sperando di godere almeno di una bella vista sulle vette circostanti.

Una volta in cima al promontorio, l'idea di accamparsi li è stata immediata. La vista non aveva eguali. Montiamo subito i ripari per la notte e inziamo a cenare al riparo dal vento all'interno di una vedetta in pietra, probabilmente risalente al primo conflitto mondiale. Purtroppo l'ultimo pasto della giornata sarà ancora un panino del rifugio, ma almeno la vista sulle ultime luci della vetta del Monte Bianco ripagava di tutto, anche del pasto freddo che andava giù a fatica.

In un momento di tranqullità durante l'attesa dell'oscurita, appoggiato ad una roccia, un urlo di Francesco mi provoca un mezzo infarto, ma capisco dai suoi gesti che devo voltarmi velocemente...mi chiedo quale animale o quale evento avesse allertato così d'improvviso l'amico, avevo anche pensato ad una delle nostre tende in volo verso valle, e invece....

due grandi ali sbattono a una decina di metri dalle nostre tende....un'Aquila reale...

Questa scompare alla vista in pochi istanti, ma ne avvistiamo subito un'altra, solo un pò più alta e distante...

speravo con tutto il cuore che non si allontanasse subito e fortunatamente di li a poco le due splendide Aquile si incontrano sopra le nostre teste, un piccolo volteggio e poi spariscono entrambe all'orizzonte...un bellissimo incontro con uno degli animali simbolo delle Alpi e icona di una natura selvaggia, per quanto possibile, ancora intatta..

Il tempo di due foto al monte Bianco e al nostro accampamento e ci defiliamo a letto ancora una volta molto presto.





Dopo una notte passata non proprio comodamente, ci prepariamo a scattare qualche foto dell'alba. Come la mattina precedente purtroppo il cielo non offriva niente di interessante, ma cerchiamo comunque di portare a casa qualche scatto a ricordo di un risveglio in quota con una bellissima vista sul monte Bianco...


Dopo qualche scatto, ci prepariamo un tè scaldando l'acqua raccolta al lago di Bella Comba e ci gustiamo qualche tazza di tè caldo ammirando il panorama sottostante. Qualche attimo di relax e iniziamo a preparare gli zaini al meglio per la lunga discesa a valle. Il mio GPS Garmin Etrex segnerà 880 metri di dislivello totali in di discesa.

L'ultima sorpresa, in negativo, sarà lo scoprire che il servizio navetta sfruttato all'andata, terminava il giorno prima. Cerchiamo di calmare la disperazione mangiando un gelato, quando una gentilissima signora sulla sua Panda 4x4, alla richiesta di un passaggio, non batte ciglio e ci riporta all'auto.
Portiamo così a termine un'avventura tende in spalle che inizialmente non prevedevamo così lunga e faticosa, ma che una volta arrivato a casa avevo già voglia di ripetere! Senza ombra di dubbio una delle più belle esperienze di montagna che ricordi.
Vivere la montagna dormendo in tenda è senz'altro molto faticoso, ma le emozioni che si provano accampandosi vicino ai laghi, ai fiumi...sotto ad un ghiacciaio....difficilmente si proverebbero dormendo in un rifugio.

Note tecniche sull'escursione
Qui sotto potete trovare le tracce GPS sul sito Garmin Connect (scaricabili anche per Google Earth) delle principali tappe percorse nei 3 giorni:

- La Joux > Lac du Glacier
- Lac du Glacier > Rifugio Deffeyes
- Rifugio Deffeyes > Lago marginale del ghiacciaio Rutor
- Rifugio Deffeyes > Laghi di Bella Comba
- Laghi di Bella Comba > La Joux

1 commento:

Enrico ha detto...

Bella Ste!! Grande avventura ricca di emozioni e buoni scatti ad incorniciarla!! l'aquila poi è stata la ciliegina sulla torta!!!

E