Questa era la terza volta di seguito che decidevo, assieme ad altri 2 amici e fotografi paesaggisti come me, di andare a trascorrere qualche giorno sull'isola di Ouessant nel mese di gennaio. Il mese, assieme a novembre e dicembre, dove su quest'isola di 8x4 chilometri si possono abbattere, anche per un’intera settimana, tempeste che non hanno eguali in nessuna altra parte d'Europa, se non al mondo! Il tratto di mare intorno all’isola è infatti considerato uno dei mari più pericolosi al mondo e la presenza di tanti fari offshore e del faro della Creach, il più potente d’Europa, ne sono una perfetta testimonianza.
Prima di partire il sito specializzato in previsioni marine "Previmer", annunciava una 3-4 giorni di pura libidine per gli amanti degli eventi atmosferici più violenti.
I bollettini parlavano chiaro: dal giorno di capodanno fino al 3-4 di gennaio, l'altezza delle onde sarebbe passata dai 4-5 metri fino a picchi di 12-15 metri. Una tempesta in piena regola!
L'adrenalina scorreva già a fiumi e tutti i giorni prima della partenza controllavo di continuo gli aggiornamenti e ogni volta erano sempre meglio o peggio, a seconda dei punti di vista. Non vedevamo tutti l’ora di partire.
Dopo un viaggio in auto di 1600 km e una traversata in mare di due ore, l’ultimo dell’anno, come da programma, siamo sull'isola. Onde di qualche metro si stavano già abbattendo sulle scogliere acuminate di Ouessant. Scogliere scolpite da un erosione millenaria che ha conferito forme uniche e affascinanti alle rocce di colore rosaceo che caratterizzano quest’isola.
Prima di partire il sito specializzato in previsioni marine "Previmer", annunciava una 3-4 giorni di pura libidine per gli amanti degli eventi atmosferici più violenti.
I bollettini parlavano chiaro: dal giorno di capodanno fino al 3-4 di gennaio, l'altezza delle onde sarebbe passata dai 4-5 metri fino a picchi di 12-15 metri. Una tempesta in piena regola!
L'adrenalina scorreva già a fiumi e tutti i giorni prima della partenza controllavo di continuo gli aggiornamenti e ogni volta erano sempre meglio o peggio, a seconda dei punti di vista. Non vedevamo tutti l’ora di partire.
Dopo un viaggio in auto di 1600 km e una traversata in mare di due ore, l’ultimo dell’anno, come da programma, siamo sull'isola. Onde di qualche metro si stavano già abbattendo sulle scogliere acuminate di Ouessant. Scogliere scolpite da un erosione millenaria che ha conferito forme uniche e affascinanti alle rocce di colore rosaceo che caratterizzano quest’isola.
Il cielo cupo all’orizzonte annunciava maltempo in arrivo e dentro di me ero già in trepidante attesa. Chi è appassionato di eventi atmosferici eccezionali vive in costante ansia quando si trova a leggere previsioni che annunciano a gran voce eventi di eccezionale portata. Spesso però tali eventi sono molto difficili da prevedere con esattezza e possono essere solo un fuoco di paglia e quando mi sono trovato sull’isola avevo proprio questa paura. Paura che le onde di 12 metri previste non arrivassero.
Il primo giorno dell’anno, forti venti provenienti dall'oceano ci diedero la sveglia di primo mattino e uscendo a piedi verso la costa ci accorgemmo che oltre al vento, anche il mare cominciava decisamente a gonfiarsi. Le onde di questo primo giorno dell'anno erano qualcosa che non avevo mai visto qui su Ouessant e colpivano già per la loro potenza, ma ne io ne i miei amici potevamo immaginare cosa Ouessant aveva in serbo per noi nei giorni a venire..
Dal primo di gennaio fino al 3 di gennaio infatti il mare si gonfiò sempre di più e tra le ore 11 e le 14 del 3 gennaio assistemmo in presa diretta ad una tempesta eccezionale, ad una dimostrazione della potenza del mare, della Natura, che credo non scorderò mai in vita mia.
E' difficile descrivere a parole cosa sia una tempesta qui. L'isola di Ouessant può essere immaginata come uno scoglio in mezzo al mare e quel giorno, su questo scoglio, si abbatterono onde che andavano dai 12 ai 15 metri! I venti quel giorno toccarono i 120km/h e ho ancora bene in mente il dolore sul viso dovuto agli schizzi di salsedine accelerati da questi venti che assomigliavamo a vere e proprie lame sulla pelle!
Ho ancora in mente le urla che ci lanciavamo io e i miei amici per cercare di comunicare...urla di gioia generate da fiumi di adrenalina per quello che madre Natura ci stava regalando.
Quelle due ore le abbiamo passate ad osservare muri d'acqua scavalcare scogli di 20 metri come se nulla fossero. Una volta che le onde si infrangevano sugli scogli, la massa d'acqua risaliva completamente le pareti verticali delle scogliere per poi scendere dalla parte opposta. Sembrava impossibile che un'onda potesse scavalcare certi scogli, ma quel giorno vedemmo l'impossibile. Scogli dove nei giorni precedenti eravamo saliti a fotografare, il 3 gennaio erano sott'acqua.
Durante quelle due ore abbiamo lottato per cercare di vedere da più vicino possibile l’arrivo di questi colossi d’acqua. Lottato contro venti impetuosi che, trovandosi a dover passare tra le fitte e alte scogliere di Ouessant, aumentavano ancor più di velocità. Spesso ci siamo arrampicati sulle scogliere e, come militari in trincea, alzavamo per brevi istanti la testa per cercare di individuare da lontano l’arrivo delle onde. Una volta che ne individuavi una più alta di tutte le altre, cercavi di seguirne la sua avanzata verso l’isola. Mano a mano che l’onda si avvicinava spesso non credevi ai tuoi occhi. Se all’orizzonte ti sembrava alta, quando la vedevi a 50-100 metri da te, l’onda si gonfiava, si innalzava ad altezze che andavano al di la della più fervida immaginazione!
Ogni volta che alzavo la testa o cercavo di trovare uno scorcio tra le scogliere, vedevo un orizzonte spaventoso. Un orizzonte innalzato di decine di metri rispetto ai giorni precedenti, un orizzonte dove colossi d’acqua erano in rotta di collisione con le scogliere di Ouessant, vere roccaforti naturali. Osservi le scogliere e capisci che sono così perché lottano da tempi remoti contro il mare. Una sfida continua a cui io e i miei amici abbiamo avuto l’onore e la fortuna di assistervi in presa diretta. Il rumore di quella battaglia impetuosa tra il mare e la terra ferma, risuona ancora nella mia mente e nel cuore, si perché non ci si può non innamorare di queste manifestazioni così tangibili della Natura. Tutto sparisce e vivi quegli attimi sperando non abbiano mai fine. Quel giorno il mio viso si è bagnato di salsedine e di lacrime di gioia.
Ero completamente fradicio, esausto, ma sarei rimasto li per ore e ore ad osservare quello spettacolo, ma quando abbiamo iniziato a vedere spruzzi d’acqua sollevarsi dietro scogliere alte almeno 25-30 metri, abbiamo capito che era meglio allontanarsi dalle scogliere. Una volta allontanati però eravamo sferzati ancor più dai venti di tempesta e dopo qualche minuto abbiamo battuto la ritirata, ma alle nostre spalle la battaglia tra il mare e le scogliere di Ouessant era al suo apice.
I miei occhi sono riusciti solo a rubare qualche istantanea di quei momenti e quelle istantanee sono ancora vive dentro di me e anche a distanza di mesi mi emozionano ancora.
Arrivederci Ouessant
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