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15.12.12

Sospeso..

Sono a più di 40 km dalla meta prefissata, il Monte Sillano, sono senza portafoglio e con carburante a sufficienza solo per fare retrofront ed è quello che purtroppo decido di fare. Sono abbattuto. Essere uscito prestissimo di casa e tornarci senza nemmeno aver tirato fuori la reflex è veramente desolante, ma nelle vicinanze non ci sono molti posti dove fare qualche scatto e in più le condizioni atmosferiche sono orrende. 
Trovo uno spiazzo dove fare inversione di marcia. Mi fermo un momento ad osservare il cielo.
Mi accorgo che dietro le nuvole inizia ad esserci molta più luce e le stesse nuvole appaiono molto meno consistenti e compatte rispetto a soli 10 minuti prima. 
Un evidente segnale che le condizioni atmosferiche evolveranno al meglio nel giro di poco tempo. 
In questi istanti si è presi dalla frenesia. Vorresti essere ovunque, in tutti i posti belli che conosci, ma bisogna deciderne uno soltanto e sai che dovrai arrivarci nel più breve tempo possibile.
Decido che la Pietra di Biamantova può essere la meta giusta, ma sono ad un quarto d'ora da lei e ho paura di perdere queste condizioni. Cerco di mettere le ali alla mia Suzuki Swift.

Fortunatamente il tragitto fino al parcheggio fila liscio, senza contrattempi (vedi Vecchio col Cappello al volante) e le condizioni sono ancora molto promettenti. Infilo gli scarponi, prendo zaino fotografico e treppiede e inizio a salire più veloce che posso.
Lungo il sentiero cerco di correre dove posso e arrivo su decisamente a corto di energie, ma una volta in cima lo spettacolo che ho davanti agli occhi è davvero unico: un enorme tappeto di nuvole  ricopre per intero le vallate sotto la Pietra di Bismantova. 
Solo la cima innevata del Ventasso riesce ad emergere, illuminata e riscaldata dai primi raggi di luce. Una situazione fantastica che mai avevo visto prima..



Le dita delle mani erano sempre più doloranti  a causa del vento e della temperatura di qualche grado sotto lo zero, ma quando la Natura ti regala simili spettacoli, è impossibile tirarsi indietro. Si sopporta tutto più facilmente e si continua comunque a scattare.


Da tempo pensavo che l'appennino reggiano non fosse più in grado di regalarmi emozioni ed infatti ero uscito di casa con poche aspettative, ma ritrovarsi poi ad assistere a condizioni così spettacolari ha rinnovato di colpo la mia voglia di ricerca della luce in questi territori vicino a casa.


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