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29.7.10

Gran Paradiso - Via Normale

Il Gran Paradiso (4061 m) fa parte della catena delle Alpi Graie, famosa per il Monte Bianco (4810 m), la vetta più alta delle Alpi.

Il Gran Paradiso a differenza di tanti altri 4000, è interamente in terriotorio italiano e da il nome all'ononimo Parco Nazionale [ sito del parco ]
La Via Normale, come ci si può aspettare, è la via di salita più facile per il Gran Paradiso. Secondo la scala di difficoltà francese [qui] è classificata come F+ ovvero facile e senza difficoltà tecniche paricolari.
La Via Normale che comincia dal Rifugio Vittorio Emanuele (2732 m), presenta un notevole dislivello: circa 1330 metri. L'unica vera difficoltà di questa Via è infatti il dislivello che mette a dura prova la resistenza... soprattutto perchè l'80% è sopra ai 3000 metri e l'altitudine un pò si fa sentire.
L'idea di tentare la Via Normale sul Gran Paradiso è stata di mio fratello Gabriele e non avendo ancora seguito corsi CAI specifici ero un pò titubante all'idea di salire così in alto con ramponi e picca, ma dopo rassicurazioni da parte di Gabriele e dei suoi amici ho deciso di partire.

Il punto di partenza per l'escursione è l'abitato di Pont (1960 m). Qui si lascia l'auto e si prende il sentiero che, salendo con numerose svolte, porta fino ai 2730 metri del Rifugio Vittorio Emanuele in circa 2 ore. Da Reggio Emilia fino a Pont sono quasi 4 ore..
Una foto di mio fratello dei preparativi a Pont..

Il primo giorno di solito si arriva solo al rifugio mentre la salita alla vetta si effettua il giorno seguente partendo prima dell'alba (ore 3 e mezza - 4).
Ci sono alcuni alpinisti che però arrivano in cima al Gran Paradiso in giornata partendo da Pont! Durante le prime ore di salita infatti abbiamo notato le luci di alcuni escursonisti che salivano proprio dalla vallata di Pont. Occorre una notevole preparazione fisica per affrontare 2100 metri di dislivello in un colpo solo!
Dopo cena, che è piuttosto presto vista la sveglia che quasi per tutti suona alle 4, ho avuto modo di dedicarmi un pò al paesaggio intorno al rifugio. E' il classico ambiente di alta quota...zero vegetazione solo qualche fiore qua e la e qualche corso d'acqua...qui il meglio che sono riuscito a tirare fuori dal giretto effettuato dopo cena..


Queste due dal laghetto di Montcorvé nelle vicinanze del rifugio..le ultimissime foto prima di andare a nanna (ore 21:30). Avrei voluto scattare qualche foto in notturna da queste quote, ma l'indomani mi aspettavano tante ore di cammino e non volevo andare a letto troppo tardi..




Dopo una notte insonne, un pò per il mal di testa che mi ha colpito all'improvviso e un pò per l'altitudine, alle 3 e 15 è suonata la sveglia...dopo una lavata alla faccia con acqua gelida e aver bevuto una tazza di tè caldo siamo partiti alla sola luce delle pile frontali per la vetta del Gran Paradiso.
La prima ora di salita è stata un pò tragica: faticavo a prendere il ritmo giusto e avevo qualche piccolo giramento di testa, ma dopo aver mangiato una barretta di cioccolato e bevuto un pò mi sono ripreso, ma ad essere sincero avevo già pensato di rinunciare dopo questa prima ora di salita che è in gran parte lungo una impervia sassaia.
Una foto di mio fratello alle prime luci dell'alba..il secondo di cordata ero io


Dopo altre 3 ore di salita costante e ormai convinti che saremmo arrivati in cima abbiamo avuto una mazzata...un ultimo tratto di salita inaspettato!


Da questo punto c'era un'altra ora di cammino su pendio a 20-25° e a parte un amico tutti gli altri del gruppo non se la sono sentita di proseguire: eravamo esausti!


Dopo una pausa ristoratrice e il tempo di fare due foto siamo ridiscesi..


Questa sperone è la becca di Moncorve (3851 m)..il punto dove ci siamo fermati..nella foto sotto nell'angolo in alto a sinistra si notano alpinisti in salita nel tratto finale prima della vetta..


Ovviamente un pò di rammarico per la cima mancata c'è stato, ma personalmente mi ritengo molto soddisfatto delle due giornate trascorse in ottima compagnia tra le cime del Parco del Gran Paradiso.
Note
Durante la salita non ho scattato foto perchè non volevo rallentare i compagni di cordata: avevo la macchina nello zaino e il tempo per togliersi lo zaino (un Millet ODYSSEE da 45 litri), aprirlo ecc è tanto e oltre a rallentare gli altri si perde il ritmo e quando si percorrono grossi dislivelli è molto importante matenerlo! Inoltre durante una salita alpinistica di solito si cercano di scattare foto ai compagni impegnati nella salita e quindi che ricordino l'impresa. e per questo scopo una compatta è il top! Una D700 più 24-70 è un macigno e non sta di certo nella tasca della giacca :-)



1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti,bella scalata.